Perle letterarie, ...post libero purchè attinente!

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J-Pao
icon12  view post Posted on 14/11/2009, 13:58




Pace e bene compagni di Neo elite, apro questa carrellata di citazioni letterarie con una perla.
Prima però: chiunque voglia contribuire è libero di farlo, si deve specificare da quale libro è tratto il testo riportato, grazie!
^_^

Allora, direttamente dalle abili mani di Patrick O'Brian, un breve stralcio di discorso fra il capitano Jack Aubrey della marina inglese ed il medico/scienzato di bordo Stephen Maturin.
Il libro è il terzo della serie, ovvero : " Buon vento dell'ovest ".


..." A ogni buon conto attraverseremo l'equatore prima di mezzogiorno; abbiamo fatto fra i sette e gli otto nodi dall'inizio della seconda comandata. Un'altra tazza di caffè? Dimmi, Stephen, che cosa bevevi su quella roccia infernale?"
" Merda bollita. " Stephen era estremamente pudico nel parlare, quai mai un'imprecazione, mai una parola oscena: la sua risposta lasciò di stucco Jack, che si affrettò ad abbassare lo sguardo sulla tovaglia. Forse si trattava di un termine scentifico che non aveva afferrato.
" Merda bollita ", ripetè Stephen.
Jack sorrise con l'aria da uomo di mondo, ma sentì che stava arrossendo.
" Si. C'era un unica pozza di acqua piovana rimasta in una cavità. Gli uccelli vi defecavano dentro in abbondanza. Non che lo facessero solo lì, tutto l'isolotto è ricoperto di escrementi, ma lo facevano a sufficienza da insudiciarla in modo nauseabondo. Il giorno dopo era se possibile più calda, e con il riverbero la temperatura era salita in modo straordinario. Io l'ho bevuta, tuttavia, finchè non ha cessato di essere liquida del tutto;..."...
 
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Kiba
view post Posted on 14/11/2009, 14:40




Questo invece è un topic da libero :xlol:
 
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Banchou
view post Posted on 14/11/2009, 14:59




cioè, ma si palra di merda qui?? :rotfl:
 
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Swen
view post Posted on 14/11/2009, 16:56




CITAZIONE (Banchou @ 14/11/2009, 14:59)
cioè, ma si palra di merda qui?? :rotfl:

La giungla è la sezione merda, il libero quella apparentemente seria.
Per cui effettivamente Kibone ha ragione, e sposto.
 
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J-Pao
view post Posted on 20/11/2009, 16:57




Noto con piacere che si fa a gara in questo Topic...XD
Vabbè, che ci vuoi fa...
Allora, direttamente da 'Il Dono' di Toni Morrison, premio pulitzer nell'88 con 'Amatissima'.

" Un giorno, diceva la storia, un'aquila depose le uova in un nido altissimo, al sicuro dai serpenti e dalle zampe che davano loro la caccia. Ha gli occhi scintillanti e neri come la mezzanotte mentre le sorveglia. Basta il tremito di una foglia, l'odore di un'altra forma di vita e il suo cipiglio si fa più cupo, la testa si gira di scatto e le piume si sollevano in silenzio. Ha affilato gli artigli sulla roccia; il becco è come la falce di un Dio guerriero. Protegge con ferocia i piccoli che stanno per nascere. Ma c'è una cosa da cui non può difenderli: i pensieri malvagi dell'uomo. Un giorno un viaggiatore scala una montagna vicina. In piedi sulla vetta, ammira tutto ciò che vede sotto di sé. Il lago turchese, gli alberi eterni, gli storni che veleggiano tra le nuvole tagliate dall'arcobaleno. Il viaggiatore ride davanti a tanta bellezza ed esclama: -E' perfetto. E' mio!- e quella parola si espande, rimbombando come il tuono nelle vallate, su acri di primule e malva. Le creature escono dalle grote chiedendosi cosa significhi. Mio. Mio. Mio. I gusci delle uova dell'aquila tremano ed uno perfino si spacca. L'aquila volge il capo per scoprire la fonte di quel tuono strano e insensato, di quel suono incomprensibile..."
 
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Kamina
view post Posted on 20/11/2009, 18:24




Più che altro mi sa che sei l'unico che si legge libri infatti io ho smesso di leggere libri subito dopo le medie.
 
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J-Pao
view post Posted on 20/11/2009, 18:28




Però quello che posto qui lo leggi vero? ^^
 
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Kamina
view post Posted on 20/11/2009, 18:30




Solo se non supera le 3 righe e mi dispiace dirtelo ma difatti non ho letto le citazioni :asd:
 
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Violentine
view post Posted on 28/11/2009, 17:43




Non la chiamerei "perla letteraria" però è stato un dialogo significativo per me
Tratto da "Fuori da un evidente destino" di Giorgio Faletti;
«...Tu invece sei un eroe.»
Gli eroi sono tutti morti. Anche quelli che ce l'hanno fatta a tornare...
«No, non lo sono.»
«Si che lo sei. Lo sei sempre stato anche se non lo sapevi»
«Non è servito a molto»
«Oh si che è servito. È servito a quei ragazzi che hai salvato. È servito a te per diventare l'uomo che sei. È servito...»
Swan nascose la fine del suo difficile discorso in un soffio di voce:
«È servito a me per trovare il coraggio di venire qui.»
Alan rimase in silenzio. Attendeva il seguito con ansia e nello stesso tempo non poteva impedirsi di averne timore.
«In tutti questi anni mi sono accorta si aver vissuto le cose belle che mi sono successe con le sensazione di non averne pieno diritto, come se tutto fosse usurpato e da un momento all'altro dovesse arrivare qualcuno a chiedermi la ragione della mia presenza e pretendere indietro tutto. Mi trovavo a vivere come avevo sempre desiderato, eppure...»
Lasciò in sospeso la frase e quella pausa era molto più esplicita delle parole non dette.
«Poi ho capito perchè.»
Ancora una pausa, giusto il tempo di un sospiro. E di un ultima, sfilacciata bandiera bianca.
«Quando si compiono brutte azioni bisogna avere la forza di dimenticarle. E io questa forza non l'ho mai trovata, anche se pensavo si esserne capace. Ecco perchè sono qui oggi.»
Lo guardò negli occhi e Alan ci lesse la verità e un'attesa che durava da anni.
«Posso sperare che un giorno riuscirai a perdonarmi?»

 
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J-Pao
view post Posted on 21/2/2010, 16:43




Leggetevi questa, tratta dal libro 'storia della filibusta' di Georges Blond:

" Egli preda una nave spagnola, getta in mare tutto quello che c'è a bordo. Combattimento senza quartiere e senza bottino. Lo stesso accadrà per tutti i suoi combattimenti in terra o in mare. Passerà alla storia col nome di Monbars lo Sterminatore.
Tanto vale precisare subito che nel corso di questa esposizione dovremo narrare alcune scene di tortura, qualche volta molto spiacevoli: non si può tacerle fanno parte della realtà storica. SI attribuisce a Monbars l'invenzione del supplizio più atroce.
Aperto il ventre ad un prigioniero spagnolo, se ne estrae l'estremità dell'intestino e la si inchioda all'albero. Poi avvicinando una torcia accesa al deretano dello sventurato lo si costringe a correre, e a dipanare le proprie budella. Ne deriverà - mai abbastanza presto, purtroppo - la morte.
 
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J-Pao
view post Posted on 28/2/2010, 11:30




Dal libro 'Senza Parole' di Zhang Jie:



" Lungo la strada piangeva, perchè l'altro zio, il fratello minore di suo padre, aveva strangolato il grande cane nero di casa. C'era rimasta male, malissimo, non aveva pianto così tanto dal giorno in cui era morta Mohe. Lo zio aveva buttato il cane nel pentolone e lo aveva condito con cipolle, zenzero e soia. Una volta stufato, l'aveva messo a congelare sul tetto, per poi tagliarlo a fettine sottili ed accompagnarlo al vino.
E con che gusto se lo divorava anche il resto della famiglia!
Come potevano essere così crudeli?
Quanti anni aveva vissuto con loro quel cane?
Chi aiutava a recuperare la merce quando c'era qualche furto al negozio? Chi dava l'allarme quando lo zio, di ritorno al villagio, crollava ubriaco nei campi? Chi aveva ucciso la donnola che rubava le galline nel pollaio?
Come potevano ora mangiarselo?
D'ora in poi, chi le avrebbe fatto compagnia davanti alla tomba della mamma? Chi, sul far della sera, sarebbe andato a prenderla ala riva occidentale del fiume? Chi sarebbe andato a cercarla, grattando la porta con le unghie, quando si rifugiava nel capanno dell'orto dopo le botte e i rimbrotti di quello zio, di sua moglie e dei suoi figli?
In primavera il vento era forte e faceva sbattere rumorosamente la porta, ma lo zio aveva accusato lei di averla chiusa maldestramente e l'aveva presa a pugni.
Era lei, in tutta la famiglia, quella che entrava ed usciva più volte di casa, ora per dar da mangiare ai maiali, ora ai polli, oppure per andare a lavorare nel campo o a raccogliere legna... quando tornava dal laoro stanca, assetata, affamata, non c'era mai niente da mangiare, se era fortunata trovava giusto un sorso d'acqua.
E quando c'era vento, neanche osava rientrare in casa: per quanto forte soffiasse, s'accucciava ai piedi del muro, in balìa dell'aria fredda... e ora chi si sarebbe sdraiato davanti alle sue gambette, per scaldarla un pò? "





























 
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10 replies since 14/11/2009, 13:58   134 views
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